“Perché nostro figlio si comporta così o si sente così? Perché in questo momento? Come possiamo aiutarlo?”. Di solito, un lavoro psicoterapeutico con un bambino inizia così, a partire da difficoltà e domande dei genitori rispetto ad un disagio o un malessere che colgono nel figlio. Il lavoro psicologico inizia quindi insieme ai genitori, da un primo incontro tra loro e il terapeuta in cui, grazie alla loro osservazione e conoscenza del figlio, vedere le difficoltà e pensare a come affrontarle.
In seguito, il terapeuta incontrerà il bambino per ascoltare e capire anche la sua richiesta, anche se in genere non esplicita e confusa.
Gli strumenti di lavoro con un bambino non sono solo la parola e l’ascolto diretto. La modalità espressiva più naturale per un bambino è il gioco attraverso il quale vengono in evidenza i suoi pensieri più profondi. Ed è utilizzando tale modalità che si svolge la terapia.
Inoltre, uno degli obiettivi principali del lavoro psicoterapico dell’età evolutiva è quello di prevenire il disagio infantile e di conseguenza della famiglia in cui vive, individuando le difficoltà al loro primo nascere.
Comprendere che “Qualcosa non sta funzionando”, può porre le condizioni di interventi precoci e tempestivi. Anche e soprattutto in bambini molto piccoli dove l’emergere di un disagio psichico può assumere modalità espressive diverse e difficili da decodificare, invadendo a volte anche l’ambito somatico, rendendo non immediata ne facile la comprensione di una sofferenza. In questo senso la prevenzione passa attraverso lo sguardo di un genitore o di chi se ne prende cura, anche se a volte questa intuizione può essere molto difficile o dolorosa da pensare.
La sfida di poter intervenire anche nelle fasce più giovani dell’infanzia, affina la tecnica terapeutica e i suoi strumenti come l’uso del gioco e dell’osservazione adattati alle caratteristiche di una giovane mente in divenire.
I genitori hanno un ruolo essenziale nel buon funzionamento di una terapia in età evolutiva. Il bambino ha bisogno del loro appoggio, della loro tenuta nei momenti di difficoltà e della condivisione del suo percorso di cura. A tale proposito potrebbe rilevarsi utile conoscersi e lavorare in stanza di terapia, in particolar modo con i più piccoli, insieme ai genitori per un periodo iniziale, secondo il metodo della “Consultazione partecipata”. (Modello D.Vallino)